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di Luigi Comencini, con Alberto Sordi, Annie Girardot, Marcello Mastroianni, Fernando Rey, Gérard Depardieu
(Italia, 1979)
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Come nel celebre inizio di OTTO E MEZZO, degli uomini rinchiusi in una automobile, delle auto immobilizzate in uno spaventoso ingorgo. Il film che Comencini aveva presentato un anno fa a Cannes non sfugge a certe regole della pellicola d'evasione, e ricorda non poco la formula del film a episodi. Ma che Comencini sia anche un cineasta nel vero senso della parola, nessuno lo ha mai messo in dubbio. Basterà osservare l'estremo rigore col quale le diverse vicende de L'INGORGO (alcune comiche, altre tragiche) si ordinano, Poco a poco. E come il regista osserva il campionario dei comportamenti umani che in ogni vettura, in ogni provetta, gli si presenta davanti agli occhi. Film di un entomologo, costruito con attenzione e maestria (è un progetto che Comencini si cullava da anni) L'INGORGO avrebbe potuto essere un capolavoro del cinema tragico-comico, di quella risata che si strozza in gola, tipica della commedia italiana degli ultimi anni. Se non è che un film riuscito a metà, con alcune intuizioni geniali ed altri episodi di maniera è anche perché è tipico di questo cinema nascere dal compromesso fra creazione artistica e spettacolo. Un vecchio discorso.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
da vedere assolutamente
da vedere
da vedere eventualmente
da evitare
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